Calo ponderale: il significato di questo disturbo

2022-10-09 01:25:53 By : Ms. Kirs su

Una fluttuazione di peso può essere considerata normale e frequente se avviene entro certi limiti di quantità e di tempo. In alcuni casi, però, quando avviene una perdita di peso improvvisa ed eccessiva, essa può rappresentare un problema per la salute: questo fenomeno di dimagrimento viene definito con l’espressione calo ponderale. Scopri il suo significato!

Il nostro peso corporeo può variare per una miriade di motivi diversi, che possonoo essere il livello della nostra attività fisica, eventi come la gravidanza, variazioni nell’alimentazione e così via. La perdita di peso non intenzionale che non avviene all’interno di un regime alimentare controllato, in un periodo che va dai 6 ai 12 mesi e che rappresenta più 4,5 g o il 5% del peso corporeo iniziale, tuttavia, è considerata anomala. Per definire questo dimagrire tutto d'un tratto si usa l’espressione calo ponderale, con il quale si indica una perdita di peso involontaria in un soggetto che non sta cercando di perdere peso tramite dieta o attività sportiva specifica. Questa condizione può essere scatenata da cause di tipo fisiologico come l’avanzare dell’età, da disturbi della salute fisica più o meno gravi o da problemi di tipo emotivo e mentale irrisolti e che si riversano sul nostro rapporto con il cibo e con l’appetito. Inoltre, il calo ponderale può spaventare soprattutto le mamme quando colpisce i propri neonati: in merito a questi temi, continua a leggere l’articolo e scopri tutte le informazioni di cui hai necessità, gli esami che chi soffre di dimagrimento improvviso dovrebbe fare e quando.

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Ogni perdita di peso si verifica in presenza di un ingresso di calorie minore rispetto al fabbisogno calorico giornaliero, che causa perdita di massa grassa e massa magra: il calo ponderale non fa differenza, se non per i motivi che scatenano il fenomeno. In alcuni casi, infatti, l’ingestione delle calorie avviene ma l’assunzione, di per sé, è fallimentare, poiché un disturbo del tratto digerente può impedire il corretto assorbimento del cibo dopo che viene ingerito. Tra le cause scatenanti del calo ponderale, quindi, rientra sicuramente la possibilità di malassorbimento da parte dell’apparato digerente dei nutrienti per noi necessari. In casi più rari ma comunque possibili, l’incapacità di trattenere le sostanze nutritive è dettata da un maggior utilizzo delle calorie stesse, causata, per esempio, da una tiroide iperattiva, spesso non priva di altri sintomi. Esistono poi malattie gravi, come il cancro, che comportano contemporaneamente perdita di appetito e un aumento del consumo calorico dell’organismo: fattori che, insieme, causano a loro volta un inevitabile calo ponderale.

Quando il calo ponderale è il primo sintomo di una malattia non ancora identificata, ci si può indirizzare verso due categorie di disturbi sulla base della presenza, o meno, di un aumento o riduzione dell’appetito nei giorni in cui avviene la perdita di peso. Se, per esempio, l’appetito aumenta nonostante il calo ponderale, potrebbe trattarsi di una delle seguenti malattie:

Se l’appetito diminuisce nonostante il calo ponderale, potrebbe trattarsi invece di:

In ogni caso, ricordiamoci perché il medico di base esiste e rechiamoci da lui quanto desideriamo per tranquillizzarci se il nostro dimagire, o quello del nostro neonato a pochi giorni dalla nascita ci fanno preoccupare.

Oltre alla perdita importante di peso in sé, il calo ponderale è accompagnato anche da altri sintomi che dovrebbero fungere da campanelli di allarme. D’altro canto, alcuni sintomi che percepiamo potrebbero anche aiutarci a identificare la malattia, in quanto conseguenza diretta del suo svilupparsi nei pazienti interessati.

Procedere con degli esami che possano meglio comprendere le cause di questi sintomi/conseguenze è fondamentale, che a essere colpito da un calo ponderale sia un adulto o un bambino.

Essendo un problema di salute difficilmente identificabile al volo e con una sola visita medica, la valutazione da parte del medico passerà attraverso una serie di step fondamentali, per giungere infine, eventualmente, alla diagnosi di calo ponderale.

In seguito a questi accertamenti, il medico prescriverà degli esami specifici che, solitamente, servono a cercare tracce cancerogene nell’organismo del paziente, essendo il calo ponderale uno dei primissimi sintomi della presenza di cancro.

Ma quali sono i metodi utilizzati per aiutare i pazienti affetti da calo ponderale a mangiare di più o ad assorbire effettivamente ciò che assumono?

Ognuno di questi tre approcci può essere intrapreso, tutto dipende dalla malattia che nel paziente ha scatenato il calo ponderale, dalle sue abitudini e dal suo appetito, influenzato da ragioni biologiche o mentali.

Il calo ponderale nel neonato è un fenomeno assolutamente normale, che però spesso confonde le mamme, preoccupandole inutilmente. Nel momento in cui il neonato deve abituarsi e ambientarsi in uno spazio diverso da quello in cui ha vissuto per 9 mesi, composto da liquido e calore dalla temperatura costante: nel fare questo, il bambino perde molti liquidi e grasso, un processo aiutato da fatto che nei suoi primissimi giorni non esiste un equilibrio tra nutrizione, consumo energetico ed evacuazione. L’emissione della pipì, infatti, porta a un’eliminazione dei liquidi che verranno successivamente reintegrati attraverso l’alimentazione, grazie al latte materno. Per questo è importante che l’allattamento, nelle prime e ore e nei primi giorni di vita del bambino, sia frequente: il latte gli è indispensabile! Inutile continuare a pesare il bambino o inserire latte artificiale nella sua dieta: il normale allattamento sarà sufficiente. Dopo aver superato il picco del dimagrimento, che si attesta generalmente intorno al terzo giorno del neonato e può costituire fino al 10% della sua massa corporea presente alla nascita, la crescita del bimbo diventa costante a partire, circa, dal suo decimo giorno di vista.